Crioterapia, terapia del freddo, massaggio con il ghiaccio riabilitazione

Abbiamo voluto pubblicare questo articolo per sottolineare l’importanza della crioterapia, del freddo come antidolorifico e antiinfiammatorio, essendo questo un rimedio naturale ancora oggi utilizzato in prima istanza e nominato in tutti i protocolli riabilitativi, nonostante la molteplicità di farmaci in circolazione.




Cos’è la crioterapia

Per crioterapia (in riabilitazione) si intende un tipo di terapia fisica mediante il freddo: con la diminuizione della temperatura cutanea e dei tessuti sottostanti così indotta, si ottiene attraverso un potente effetto analgesico e antinfiammatorio, un’anestesia temporanea della parte sottoposta al trattamento, muscolo, tendine o articolazione.

Velocità e applicazione

La bassa temperatura, e la velocità con la quale essa si instaura, delle zone sottoposte all’azione del freddo dipende da diversi fattori: il metodo usato, la temperatura di partenza, il tempo di permanenza sulla pelle, lo spessore del grasso sottocutaneo. Maggiore è il tempo di applicazione più in profondità esso agisce; nel muscolo  la temperatura può essere ridotta fino a quattro centimetri in profondità, in quanto il muscolo è un tessuto che contiene acqua e pertanto diventa un eccellente conduttore di freddo, al contrario del grasso che è idrofobo.

Indicazioni cliniche

Attualmente la crioterapia trova le sue elettive applicazioni nella patologia dell’apparato muscolo-tendineo sopratutto nei traumi diretti o indiretti determinatisi durante la pratica dell’attività sportiva (protocollo RICE). In fase acuta l’ipotermia viene impiegata in virtù delle sue proprietà antimetaboliche, algosedative e antispastiche. Nelle riacutizzazioni di quadri flogistici cronici articolari, muscolari e tendinei, essa ottiene buoni risultati per l’azione antiinfiammatoria e per gli effetti anestetico e miorilassante.

Tempi di applicazione

Nei traumi acuti il trattamento del freddo è utile dal primo giorno a due settimane. (Secondo alcuni la crioterapia sarebbe efficace anche per 4-5 settimane).

Rischi

Il pericolo di congelamento della parte trattata è una possibilità remota, ma esiste il rischio di un’ustione da freddo se esso non viene usato correttamente; si consigliano infatti max 20 minuti ogni ora (secondo il protocollo classico) da ripetere più volte ad intervalli regolari.

Trattamento a intermittenza

Secondo altri il trattamento a intermittenza (10 minuti ghiaccio  10 minuti senza) darebbe risultati maggiori, in quanto la pausa permetterebbe alla pelle di ritornare alla temperatura di partenza (con meno complicazioni) mentre i tessuti immediatamente sotto conserverebbero il freddo.




Bendaggio elastico e compressivo

L’applicazione del freddo nei traumi può essere fatto anche in combinazione con il bendaggio elastico e compressivo; sicuramente abbinando la compressione (Compression) all’azione del ghiaccio (Ice) ,tempi fondamentali del protocollo RICE, la guarigione dai traumi dello sport viene notevolmente accelerata. La compressione inoltre favorisce la ripresa funzionale perché i recettori del sistema propriocettivo risentono dell’edema e dell’immobilizzazione creando una situazione di instabilità funzionale.

Meccanismo d’azione

L’azione del freddo si esplica a diverso livelli con diversi effetti. Ricordiamo i segni classici dell’infiammazione : rubor, calor, dolor e functio lesa. L’ azione del freddo blocca tutti e quattro segni .

Antiinfiammatorio ( azione anti rubor e calor )

Il freddo determina un’immediata vasocostrizione locale, con conseguente riduzione del flusso ematico direttamente proporzionale alla differenza di temperatura tra la parte trattata e la sorgente del freddo. La vasocostrizione controlla il rigonfiamento edematoso dell’area interessata. Segue un’azione antiistaminica che inibisce l’apertura (istamino-indotta) dei pori capillari, attraverso i quali avviene la fuoriuscita delle proteine plastiche. Pertanto il freddo riducendo l’accumulo delle sostanze osmoticamente attive impedisce l’estensione del danno tissutale preservando le cellule dalla necrosi ipossia. Viene quindi accellerata la rimozione dei detriti tissutali a opera dei macrofagi.

Analgesico-anestetico (azione anti dolor)

Questo effetto del freddo si esplica a livello locale e centrale. Topicamente il freddo ottiene un incremento della soglia al dolore tramite un’inibizione esercitata sui recettori algogeni e sulle relative fibre afferenti. Con la diminuizione della temperatura scompare prima il tatto lieve e la percezione del dolore superficiale e poi il tatto profondo e la percezione del dolore profondo. A livello centrale l’effetto analgesico del freddo viene spiegato con la teoria del “gate control”: gli stimoli termici sulla pelle  ostacolano la trasmissione e la recezione degli impulsi dolorosi e tale effetto avrebbe luogo a livello delle corna posteriori del midollo spinale.

Effetto antimetabolico (azione anti functio lesa)

Il freddo rallenta l’attività metabolica tissutale, limitando il consumo d’ossigeno che decresce parallelamente alla caduta della temperatura corporea; l’ipotermia mette le cellule in uno stato di torpore metabolico, rallentandone alcune attività enzimatiche non essenziali e quindi consententendo loro di resistere piu’ a lungo all’ischemia. Normalmente l’ipossia viene tollerata per tempi molto diversi dai vari organi. Si va dalle due ore del tessuto epatico a 3-5 minuti del sistema nervoso. Le strutture osteomuscolari resistono a lungo alla mancanza di ossigeno ma un ridotto apporto di esso, durante le ore successive a un trauma, può accentuarne lo squilibrio metabolico e quindi estendere il danno tessutale. Il freddo constrasta efficacemente questi fenomeni di “functio lesa”.

Effetto antispastico

Il muscolo raffreddato progressivamente manifesta un graduale rilassamento. L’azione antispastica si spiega con la riduzione dell’imput sensoriale e l’inibizione dei riflessi da stiramento. L’effetto antalgico, in un punto qualsiasi della catena neurosensoriale, interrompe il circolo vizioso creatosi e, consentendo al muscolo di rilassarsi esercita un’azione antispastica.




Metodiche di Crioterapia

  • La comune  borsa del ghiaccio (ice bag) è sicuramente lo strumento crioterapico più diffuso e tra i più efficaci: non dovrebbe mai mancare nella borsa del pronto soccorso ai bordi del campo sopratutto perle sue capacità di essere modellata sulle articolazioni.
  • Le immersioni in  vasche contenenti acqua raffreddata con ghiaccio (sopratutto impiegate per il trattamento degli arti o di loro segmenti). Sono oggi molto in voga tra i giocatori di rugby che le fanno in grande vasconi dopo ogni partita. Oltre ad avere un effetto analgesico e il freddo può anche avere un effetto miorilassante anestetizzando le terminazioni nervose.
  • Bombolette spray (inferiori all’impacco di ghiaccio). Le bombolette spray sono molto famose in tutti i nostri campi di gioco, dal calcio alla pallacanestro. Sono quasi sempre composte da fluorometano , sostanza non infiammabile e non tossica che viene confezionato in una bomboletta sotto pressione. Prima del suo utilizzo la bomboletta deve essere capovolta su se stessa, e premendo su di una valvola verrà emesso lo spray a una certa distanza di sicurezza dalla cute per non provocare lesioni da congelamento. La bomboletta deve essere tenuta con una inclinazione di 30° ad una distanza dalla pelle di 30 40 cm. Lo spray si passa su tutta la lunghezza del muscolo e viene applicato 2 – 3 volte durante l’intervento sul campo; non bisogna assolutamente sovraccaricare il muscolo interessato o l’articolazione; dopo qualche minuto è opportuno fare dei movimenti  di allungamento muscolare. Non bisogna spruzzare verso gli occhi, naso, bocca e orecchie.
  • Negli ultimi anni sono divenuti d’uso comune i cold gel pack, sacchetti in polivinile contenenti una sostanza gelatinosa che, una volta raffreddata, mantiene a lungo la bassa temperatura; tali strumenti possono essere utilizzati più volte, fintanto che l’involucro in vinile rimane intatto.
  • Refrigeranti chimici: speciali sacchetti monouso formati da due reattivi separati fra loro; l’attivazione viene effettuata spezzando l’apposito separatore interno. Le due sostanze, reagendo tra loro, determinano un rapido e consistente abbassamento della temperatura. Bisogna fare attenzione a non rompere la busta esterna perchè il contatto con le sostanze contenute con la pelle può provocare ustioni .

Quando è controindicata

La crioterapia è controindicata quando sono presenti

  • ipersensibilità al freddo,
  • disturbi sensitivi,
  • ferite aperte,
  • vesciche cutanee,
  • disturbi alla circolazione arteriosa,
  • acrocianosi e fenomeno di Raynaud.

Il massaggio con ghiaccio

Il massaggio o l’applicazione del ghiaccio può essere fatta con del ghiaccio già predisposto in un bicchiere o altro recipiente  dove si  potrebbe immerge un ‘abbassalingua come manico facile da maneggiare. Bisogna frizionare il ghiaccio su di un’area dai 10 ai 15 cm per un tempo che varia dai 5 ai 10 minuti. Si percepisce una sensazione di freddo, di bruciore, di dolore e torpore fino a raggiungere uno stato analgesico;  contemporaneamente bisogna fare degli esercizi di allungamento muscolare, il cosiddetto stretching.

I crioultrasuoni

Questa terapia consiste in uno strumento simile ai comuni ultrasuoni, ma con la differenza che la testina si presenta con un involucro di ghiaccio. Chi non possiede  questa macchina, può sostituire il trattamento  utilizzando una borsa di ghiaccio posta sulla parte da trattare 5-10 minuti prima degli ultrasuoni.

Criocinetica

È una tecnica molto valida che usa la combinazione del freddo con immersione in acqua con ghiaccio, accompagnata da una serie di esercizi graduali e progressivi. La parte lesionata viene immersa ferma per venti minuti e poi si iniziano dei movimenti semplici  senza carico del peso corporeo  per diventare  progressivamente più complessi e con carico del peso. Con questa  tecnica  che va ripetuta almeno 3-4 volte la riabilitazione può essere iniziata molto prima.

La crioterapia generalizzata

È una terapia nuova e di molto efficace su svariate malattie reumatiche, inventata e messa a punto in Giappone e poi diffusa dal 1980 in Europa. In Germania è stata introdotta nel 1985 in alcune cliniche, soprattutto reumatologiche. Oltre che nella fibromialgia, la sua efficacia è stata dimostrata in svariate patologie reumatiche, infiammatorie, non infiammatorie o autoimmuni, nelle connettiviti, nella bronchite spastica; ed è sperimentata (anche se non ancora studiata) in molte altre malattie come neurodermiti, psoriasi, nevralgie del trigemino, asma bronchiale, cefalee croniche, immunodeficienze, come trattamento coadiuvante nel recupero dopo traumi sportivi

Cos’è la cabina del freddo

La cabina del freddo è uno spazio di circa 2-4 metri quadrati che viene raffreddato a temperature fra i – 70° e i – 80°. Oltre alla temperatura è regolabile anche l’aerazione (wind chill), dunque l’azione del freddo sulla pelle può essere regolato individualmente. L’aggiunta dell’aerazione consente di abbassare ulteriormente la temperatura percepita soggettivamente fino a oltre – 100°.

All’inizio il trattamento dovrebbe essere effettuato più volte consecutive, dunque sono efficaci uno o più trattamenti quotidiani.

I risultati della cabina del freddo

La riduzione o l’azzeramento del dolore si verifica quasi subito (dopo circa mezzo minuto) e offre alla maggioranza dei pazienti una libertà dal dolore immediata e piuttosto duratura. A questo si aggiunge un miglioramento funzionale delle articolazioni e un aumento del benessere generale. Molti pazienti lasciano la cabina del freddo del tutto liberi dal dolore  Poco dopo il trattamento si percepisce una sensazione di calore diffuso. Questo primo effetto analgesico dura da 2 a 6 ore per poi scomparire gradualmente. Per molti pazienti che vengono a fare la crioterapia nelle ore pomeridiane (per esempio dopo il lavoro) questo significa già un sonno notturno indisturbato.

Ginnastica riabilitativa

La mobilità accresciuta e la libertà dal dolore dopo la crioterapia può essere utilizzata soprattutto per fare esercizi di ginnastica riabilitativa, in particolare di allungamento e stretching.

Miglioramenti

A lungo termine, cioé dopo una serie di trattamenti, la maggioranza dei pazienti raggiunge un miglioramento davvero notevole della sintomatologia: dopo un trattamento di 6 settimane il 90 % dei pazienti riferisce  miglioramenti del dolore spontaneo e conseguente al movimento. Circa il 70% dei pazienti, dunque, può di conseguenza ridurre di molto l’assunzione di farmaci antidolorifici.

Si verifica una serie di ulteriori effetti positivi: per esempio un miglioramento della respirazione. Il volume respiratorio aumenta (aumento della capacità respiratoria), si riduce il broncospasmo, aumenta l’ossigenazione del sangue e diminuisce il contenuto sanguigno di anidride carbonica. Si verifica anche una serie di effetti positivi sulla pelle. In particolare si apprezza la riduzione della tensione cutanea nelle psoriasi e nelle neurodermitis.

Crioterapia dermatologica

La crioterapia con azoto liquido è una metodica dermatologica indicata per il trattamento non invasivo di lesioni dermiche di varia natura , da quelle virali a quelle neoplastiche.L’azoto liquido non è altro che “aria” raffreddata alla temperatura di 196 gradi sotto lo 0. Il freddo così erogato, congela il tessuto patologico formando dei cristalli di ghiaccio intracellulari che provocano la lisi  e shock termico della cellula. Le due metodiche più utilizzate sono quella spray e quella a contatto.

Fonte: http://www.ambrosiafitness.it/articoli/riabilitazione/crioterapia.htm




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