Colpo di frusta

Colpo di frusta

Il termine colpo di frusta cervicale è stato usato per la prima volta dall’ortopedico americano H.E. Crowe per descrivere il modo in cui la testa si muove quando è sottoposta a forze improvvise di accelerazione/decelerazione che esercitano sul collo un effetto tipo frusta. La Quebec Task Force ha definito il colpo di frusta cervicale nel modo seguente: “il colpo di frusta è un meccanismo di accelerazione e decelerazione con trasferimento di energia al collo. Esso può essere innescato da un’incidente automobilistico con tamponamento o urto laterale, ma può verificarsi anche durante tuffi male eseguiti o altri incidenti. L’impatto può provocare lesioni alle ossa o ai tessuti molli, che a loro volta possono condurre a svariate manifestazioni cliniche (disturbi associati al colpo di frusta)”.

Prima dell’introduzione del poggiatesta, sembrava che l’eccessiva estensione (iperestensione) del rachide cervicale fosse la fase più dannosa del trauma. Ora la presenza del poggiatesta limita le possibilità di iperestensione ma la cintura di sicurezza, immobilizzando il rachide dorsolombare, aumenta le possibilità di iperflessione a livello cervicale durante l’impatto. Nella fase di iperestensione vengono stirati i dischi intervertebrali, il legamento longitudinale anteriore, i muscoli paravertebrali (cioè i muscoli lungo del collo, lungo della testa e sternocleidomastoideo) e vengono compresse le articolazioni posteriori e i processi spinosi. Nella fase di iperflessione sono soggetti a stiramento il legamento longitudinale posteriore, il legamento interspinoso e il legamento nucale, insieme alla muscolatura posteriore del collo e alle capsule articolari. I dischi intervertebrali e i corpi vertebrali sono compressi anteriormente. I sintomi e i disturbi collegati al colpo di frusta possono essere numerosi e di diversa gravità:

 




 

  • Dolore e/o rigidità del collo.
  • Dolore, parestesie, ipoestesia e debolezza a un arto superiore nell’area corrispondente all’emergenza del nervo cervicale irritato.
  • Dolore o disfunzione all’articolazione temporo-mandibolare.
  • Lipotimia (perdita improvvisa e temporanea della coscienza, svenimento), cefalea, irrequietezza, insonnia, perdita di memoria, turbe dell’umore, ipersudorazione.
  • Cefalea, nausea, vomito, tachicardia.
  • Disturbi dell’orecchio: ipoacusia (diminuzione della capacità uditiva), acufeni (sibili, fischi, ronzii), tinniti (squilli, suoni), instabilità o vertigini.
  • Disturbi dell’occhio: visione sfocata, dolori retrobulbari, midriasi (dilatazione della pupilla dal lato colpito che compare quando il capo è ruotato e scompare quando il capo si trova in posizione neutra), miosi (restringimento della pupilla), ipoestesia corneale, scotoma (punto oscuro nel campo visivo), fotofobia (avversione alla luce), lacrimazione.
  • Disturbi nasali: rinorrea (secrezione nasale abbondante), dolori facciali, parestesie faringee, disfagia (difficoltà a deglutire), vampate al volto.

Esame obiettivo

Si può apprezzare la presenza di dolore con la pressione sulle apofisi spinose e sugli spazi intervertebralie con la palpazione della muscolatura paravertebrale.

Esame funzionale

Solitamente viene riscontrata una riduzione di mobilità in una o più dirazioni. I movimenti di rotazione e flessione laterale risultano, di solito, ridotti in modo asimmetrico in conseguenza degli urti laterali.

Esame neurologico

Viene eseguito per valutare l’eventuale presenza di lesioni al sistema nervoso centrale e periferico.

 




 

Esami strumentali

Come prima cosa è necessaria una serie di cinque radiografie cervicali (anteroposteriore, laterale, anteroposteriore a bocca aperta, flessione, estensione) per verificare la presenza di fratture stabili o instabili e di dislocazione del rachide cervicale. I pazienti con fratture instabili e/o dislocazioni dovrebbero essere immobilizzati e trasportati immediatamente in un ospedale. Se sulla radiografia piana si vede una frattura stabile o una sospetta frattura occulta, si dovrebbe fare una TAC al collo. Viene prescritta una RMN quando dall’esame clinico emerge la possibilità di coinvolgimento del midollo: si evidenziano così le strutture nervose e l’eventuale presenza di protrusioni o ernia discale.

 

 




 

Classificazione del colpo di frusta

  • Grado 0: non si lamentano disturbi al collo; non ci sono segni fisici
  • Grado 1: dolore, rigidità o iperestesia del collo; non ci sono segni fisici
  • Grado 2: disturbi al collo e segni a livello muscolo-scheletrico; articolarità ridotta e punti di iperestesia
  • Grado 3: disturbi al collo e segni neurologici; riflessi tendinei profondi diminuiti o assenti, debolezza e deficit sensitivo
  • Grado 4: disturbi al collo; frattura o lussazione

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