A cura del Dott. Massimo Mapelli
Negli ultimi decenni le patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico hanno avuto un incremento esponenziale. Se si considera che disturbi quali il dolore del tratto lombare o cervicale della colonna vertebrale interessano più dell’80% delle persone nell’arco della loro vita, è facile
capire l’impatto negativo che tali patologie possono determinare. Proprio per quel che riguarda l’ambito terapeutico, l’attenzione si è sempre più spostata su approcci di tipo conservativo anziché su interventi cruenti, accompagnati, quest’ultimi, dal rischio operatorio, da un maggior numero di effetti collaterali e, spesso, da una mancata risoluzione della sintomatologia dolorosa. La terapia conservativa si basa, oltre che su trattamenti di tipo farmacologico e terapie fisiche, su diverse tecniche di kinesiterapia. La RPG è una tecnica riabilitativa che pone la sua attenzione sul concetto di bipolarità muscolare, che considera cioè le differenze anatomiche, metaboliche e funzionali tra fibre statiche e dinamiche. In base ai principi della RPG, la funzione muscolare statica è la principale responsabile di atteggiamenti posturali errati e di conseguenti disfunzioni meccaniche dolorose. Attraverso l’utilizzo di posture attive, che coinvolgono diverse catene muscolari di tutto il corpo e che sfruttano contrazioni muscolari eccentriche o isometriche a lunghezza crescente, la RPG si pone lo scopo di contrastare il meccanismo patologico muscolare che produce retrazione tendinea e ipertono in seguito a stimoli dolorosi, determinando così un controllo equilibrato dei diversi gruppi muscolari di tutto il corpo. La RPG trova ampio spazio di utilizzo non solo in campo fisiatrico per anomalie strutturali (scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, varismo, valgismo, ecc.), anomalie articolari (cervicali, dorsali, lombari) e limitazioni funzionali(post-traumatiche o postoperatorie), ma anche in campo respiratorio (per esempio, patologie che limitano l’escursione toracica o diaframmatica o il ritmo respiratorio) e neurologico (spasticità, riabilitazione neuromotoria).
Gli obiettivi generali
Considerata la funzione statica, l’obiettivo è recuperare una postura corretta sia sul piano frontale sia sul piano sagittale e orizzontale. Il ripristino della lunghezza normale delle diverse catene di coordinamento neuromuscolare deve consentire alla colonna vertebrale di effettuare, a tutti i livelli, i movimenti fisiologici nella loro ampiezza normale. Queste ampiezze segmentarie fisiologiche devono essere recuperate senza disturbi o dolori e le lesioni devono essere corrette. Nessun movimento deve provocare compensi.
La manualità
La manualità deve soddisfare tre condizioni, in ordine cronologico: sentire, fare e ottenere.
Occorre che essa sia abbastanza insistente per riuscire a decoartare le articolazioni e rilasciare le tensioni muscolari. Questo impone al terapista di far aderire in modo opportuno la sua mano sulla pelle del soggetto per poter produrre un’azione in profondità. Durante una posture di trattamento, la mano del terapista deve intervenire là dove è precisamente necessaria. Il paziente mantiene allora la posizione che permette al terapista di intervenire manualmente dove desidera. Il ritmo dell’intervento manuale è importante, sempre nell’ottica di saturare a poco a poco le difese del corpo.
Durata e ritmo delle sedute
Ogni seduta di RPG prevede, in genere, due posture, della durata di una mezz’ora circa ciascuna, intercalate da periodi di riposo. In ultima analisi, tutto dipende dal paziente e dalla patologia presentata. Le sedute sono individuali.
Quando si tratta di rieducazione (dismorfismi, patologie neurologiche, post-traumatiche o respiratorie), in genere il ritmo è settimanale.
Nel casa di problematiche dolorose o del rischio di una rapida evoluzione della patologia, le sedute possono essere ripetute più volte durante la settimana, in assenza di inconvenienti.
Catene muscolari e famiglie di trattamento
A seconda delle attività vengono coinvolti diversi gruppi muscolari sinergici. Le posture di trattamento devono tenere conto e ricoprire tutto lo spettro di connessioni che si possono stabilire tra loro.
In questo modo è possibile raggruppare le posture di trattamento in quattro famiglie, ognuna delle quali permette di associare più “catene muscolari”:
Famiglie di posture Catene muscolari allungate
1. Apertura coxo-femorale Inspiratoria Braccia addotte Maestra anteriore Antero interna dell’anca Superiore del cingolo scapolare Anteriore del braccio Laterale dell’anca
2. Apertura coxo-femorale Inspiratoria Braccia abdotte Maestra anteriore Antero-interna dell’anca Antero interna della spalla Anteriore del braccio Laterale dell’anca
3.Chiusura coxo-femorale Inspiratoria Braccia addotte Maestra posteriore Superiore del cingolo scapolare Anteriore del braccio Laterale dell’anca
4.Chiusura coxo-femorale Inspiratoria Braccia abdotte Maestra posteriore Antero-interna della spalla Anteriore del braccio Laterale dell’anca
Le posture di trattamento
All’interno della stessa famiglia esistono, in genere, diverse posture. Questa varietà ha due interessi principali:
- offre la possibilità di posizionare il paziente sia in decubito dorsale sia in carico (seduto o in piedi);
- permette al terapista di insistere maggiormente sull’uno o sull’altro segmento.
Le posture di trattamento in decubito sono particolarmente indicate e si rendono indispensabili in caso di patologia articolare, in base alla fragilità, all’età, o ancora, all’intensità del dolore del paziente.
Le posture in abduzione delle braccia, destinate ad allungare la “catena antero-interna della spalla”, non si possono attuare in posizione seduta o in piedi in quanto è impossibile, in questo caso, evitare la contrazione concentrica dei muscoli del cingolo scapolare. Esse avvengono esclusivamente in decubito dorsale.
Fine del trattamento
In generale una buona terapia non solo deve essere efficace, ma anche, nella misura possibile, rapida e definitiva. Se ciò non accade, deve essere modificata o sostituita. Per quanto riguarda questo metodo, quando il quadro clinico è corretto, la morfologia migliorata e stabilizzata, il trattamento può essere interrotto. Secondo le circostanze, devono essere previsti dei controlli periodici. Essi sono particolarmente utili in caso di patologie neurologiche spastiche, che hanno tendenza a regredire, e quando si tratta di scoliosi adolescenziale che si aggrava spontaneamente, soprattutto nel periodo prepuberale.
BIBLIOGRAFIA
Philippe Souchard: Rieducazione posturale globale RPG – il metodo. EDRA LSWR S.p.A. 2012
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