Lo studio è stato eseguito da studenti di osteopatia, con esperienza pluriennale come fisioterapisti, iscritti al sesto anno presso il Collegio Italiano di Osteopatia. I pazienti, contattati tramite le onlus che supportano le persone affette da MdC, hanno compilato il questionario HBI (Harvey-Bradshaw Index, utilizzato per misurare l’attività clinica del MdC) ed SF36 (misura la qualità di vita e la salute percepita).
Successivamente è stata raccolta l’anamnesi ed è stata fatta una valutazione presso lo Stress Control Lab di Parma dove è stato misurata l’HRV (è un indice affidabile dello stato di salute e delle capacità adattive del paziente, utile nel monitorare la progressione della malattia considerando che l’infiammazione sistemica riduce l’HRV) in condizioni di stress durante un Tilt Test.
Al termine delle valutazioni sono state consegnate le provette per il campionamento del cortisolo salivare con le istruzioni su come effettuare la raccolta (i campioni sono stati presi in quattro fasi della giornata: subito dopo il risveglio, 30 minuti dopo il risveglio, prima di pranzo e prima di andare a letto la sera. La raccolta è stata effettuata prima dell’inizio dello studio e al termine del ciclo manipolativo).
Nel mese successivo sono stati eseguiti tre trattamenti osteopatici di un’ora ciascuno con cadenza settimanale.
Durante ogni seduta sono state compilate le schede CRF (derivate dall’Outpatient Osteopathic S.O.A.P. Form) per la valutazione delle disfunzionisomatiche(ICD-10ICMDiagnosisCodeM99.09-09) edèstatoeseguitountrattamentoa“blackbox”(sonostatetrattatele disfunzioni riscontrate nei singoli pazienti con le tecniche che l’osteopata ha ritenuto necessarie).
Dopo una settimana dall’ultimo trattamento i pazienti hanno eseguito una seconda misurazione dell’HRV, hanno consegnato le provette per la misurazione del cortisolo salivare ed hanno compilato nuovamente i questionari HBI ed SF36.
Infine, a distanza di un mese, è stato eseguito un follow up somministrando il questionario HBI.
Sono stati arruolati per questo studio persone tra i 18 e i 65 anni con diagnosi di MdC localizzata nel colon e/o intestino tenue e sotto terapia farmacologica stabile e non modificata nei 3 mesi precedenti lo studio.
Sono stati esclusi i pazienti con celiachia, fistole entero-cutanee/pelviche o stenosi che abbiano subito interventi chirurgici addominali nelle 12 settimane precedenti lo studio o che abbiano subito resezione intestinale estensiva o vagotomia.
Su 20 pazienti contattati sono risultati reclutabili 9 persone con età media di 40 anni.
L’analisi statistica è stata effettuata su otto pazienti (uno è stato escluso) per i questionari e l’HRV e cinque per ciò che concerne i livelli di cortisolo. Durante il periodo di trattamento non vi sono state reazioni avverse al trattamento.
I risultati hanno evidenziato un miglioramento statisticamente significativo nelle scale di Salute generale e mentale e nella riduzione dell’HBI.
La riduzione dell’HBI si è dimostrata significativa anche nel follow-up ad un mese
L’analisi sulle misurazioni dell’HRV, di contro, non ha mostrato dati statisticamente significativi ma hanno comunque evidenziato una maggior responsività del sistema nervoso ortosimpatico durante la fase di tilt test, con miglior ripresa del sistema nervoso parasimpatico dopo il periodo di
riposo (miglior bilanciamento del SNA).
Infine, l’analisi statistica effettuata sul cortisolo salivare ha evidenziato un incremento statisticamente significativo del cortisolo misurato a 30 minuti dal risveglio. Questo potrebbe indicare una miglior variazione circadiana di questo ormone.
Riguardo la valutazione ed il trattamento osteopatico, alcune delle disfunzioni più importanti sono state riscontrate in aree potenzialmente importanti per la fisiologia del SNA e del tratto digerente:
Area pelvica: sacro, coccige, pavimento pelvico;
Area toracica: D2, D3, D5, D6, D11;
Area lombare: L1 ed L2, pilastri del diaframma;
Area cervicale: fascia cervicale profonda, OAE;
Area addominale: intestino tenue, valvola ileo-cecale, radice del mesentere, fosse iliache, area sovra-pubica.
I limiti dello studio, chiaramente, sono dati dal limitato numero di partecipanti che aumentano il rischio di errore di I tipo. Riteniamo però che questi dati siano promettenti ed è quindi nostra intenzione proseguire lo studio per avere un campione più significativo e dati più certi.
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